lunedì 30 settembre 2013

Servizi di internazionalizzazione per le imprese



Non accennano ad esaurirsi le notizie positive per gli esportatori di vino italiano. Stando alle ultime statistiche presentate da Assoenologi in occasione dell'incontro svoltosi pochi giorni fa a Roma con il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, infatti, l'export della preziosa bevanda sarebbe ancora cresciuto nel primo semestre dell'anno, con un incremento dell'8 per cento in termini di valore.

Con una simile progressione, il vino non può che rappresentare un validissimo elemento contribuente nella crescita delle esportazioni dell'intero settore agroalimentare, che nel 2013 dovrebbero raggiungere e superare quota 34 miliardi di euro. In maniera più specifica, secondo l'analisi presentata da Assoenologi, nel primo semestre il valore delle esportazioni sarebbe passato dai 2,16 miliardi di euro della prima parte del 2012 agli attuali 2,35 miliardi di euro. I volumi rimangono invece intorno a quota 10 milioni di ettolitri, con una flessione del 3,1 per cento: ne consegue che l'incremento del valore dell'export di vino è derivante esclusivamente dall'aumento del valore medio della bevanda, che passa da 2,13 euro a 2,38 euro al litro, con una crescita di quasi il 12 per cento.

Le buone notizie sull'export di vino erano d'altronde già state premesse da una precedente analisi compiuta dalla Coldiretti su dati Istat, grazie ai servizi di internazionalizzazione per le imprese i dati relativi al primo quadrimestre del 2013. Sulla base di quella osservazione, in particolare, era emerso che se il trend delle esportazioni di vino italiano dovesse essere mantenuto costante anche nei prossimi mesi, il settore potrebbe tagliare l'importante traguardo dei 5 miliardi di euro di spedizioni della bevanda. Su Ego International venne inoltre a suo tempo ricordato come - proprio grazie al buon contributo dell'ultima vendemmia e delle previsioni sulla nuova - l'Italia sia il secondo produttore mondiale di vino dopo i vicini francesi, e davanti la Spagna, gli Stati Uniti e la Cina.

venerdì 13 settembre 2013

Risorse energetiche in Italia



L'italia si presenta con poche risorse energetiche a disposizione. Pur basandosi sul manifatturiero e bisognosa di risorse i depositi di acciao e petrolio non sono significanti. Negli ultimi anni sono stati scoperti rilevanti giacimenti di gas metano nell'Adriatico e nell'area di Rovigo. Tutto il settore energetico dipende esclusivamente dall'import fino all 90% del fabbisogno Italiano.I tentativi di creare centrali nucleari non hanno mai trovato realizzazione per motivi politco e sociali. La totalità dell'energia elettrica Italiana viene generata dal gas o dal petrolio, il rimanente fabbisogno elettrico viene direttamente importato dalla Francia, per questo l'Italia paga circa il 40% in più rispetto agli altri stati membri della comunità Europea.

Per quando riguarda le fondi di energia alternative l'Italia comincia muovere i primi passi nel fotovoltaico, solare termico e mini eolico. Il settore delle energie rinnovabili è in piena espasione, i costi diminuiscono, le tecnologie si perfezionano.