lunedì 14 ottobre 2013

Internazionalizzazione del Vino Italiano




L'export di vino italiano costituisce una delle tendenze dinamiche di maggiore appeal per gli operatori nazionali. A conferma di ciò, sia sufficiente consultare le straordinarie prestazioni di vendita dei prodotti tricolori sui mercati internazionali, e le quote di mercato che il sistema Italia riesce a detenere su scala globale. Una delle ragioni per considerare l'internazionalizzazione del vino Italiano anche per i machi meno prestigiosi parte dal fatto che tutta la filiera della micro e media impresa Italiana si accinge a trasformarsi in impresa internazionale.

Mentre costituire elemento deteriorante è, tuttavia, il nodo relativo alle tariffe di importazione e alle tasse sul vino comunitario in alcuni dei Paesi emergenti più interessanti per le aziende italiane. India e Vietnam stanno infatti cercando di scoraggiare i consumi di vino estero (e in particolar modo quello del vecchio Continente) applicando delle tariffe che possono arrivare fino al 150%, mentre in altri Paesi americani e asiatici barriere non tariffarie sono in corso di applicazione in misura più o meno avanzata. Come se non bastasse, indagini anti-dumping sarebbero state avviate nei confronti della Cina, dove non mancnao gli esempi di "discriminazione" nei confronti dei vini europei.

Non è un caso che la Ceev, l'organizzazione di rappresentanza delle industrie del vino, abbia fatto recentemente notare come i risultati ottenuti dalla Commissione europea nei confronti di un miglior supporto al commercio estero del vino siano stati piuttosto deludenti, anche visto e considerato il fatto che il vino europeo rappresenta il principale settore agricolo per export, con un valore di quasi 9 miliardi di euro ogni anno. Ancora, sottolinea la Ceev, sui 15 mercati chiave per il vino italiano ed europeo, la Commissione avrebbe prodotto esclusivamente 4 accordi. Per il resto regna la confusione e, a volte, le penalizzazioni per prodotti che potrebbero essere ancora più commercializzati in ottica internazionale.

Ulteriore tassello in un mosaico piuttosto complesso è, infine, la presa di posizione temporeggiante dell'Icann, l'istituto che gestisce i domini internet: l'ente ha infatti deciso di mettere in stand by la diffusione dei domini internet dedicati alla preziosa bevanda (.wine e .vin), rilanciando al 17 novembre una decisione sul da farsi. le notizie di export incoraggiano a considerare soluzioni di internazionalizzazione d'impresa professionali nell'ottica di affrontare nel mondo migliore i nuovi mercati e le nuove richieste. Non ci sono problemi nel businesses ci sono solo soluzioni.

mercoledì 9 ottobre 2013

Export con l'e-commerce



Un connubio che va sfruttato molto e  meglio secondo quanto affermano i recenti risultati di un'indagine condotta da Doxa Digital e da Google, la strategia export con l'e-commerce da parte delle imprese che esportano i propri prodotti all'estero avrebbe generato un'impennata dei ricavi, a conferma di quanto sia importante predisporre tale canale alternativo per promuovere le proprie creazioni. Complessivamente, afferma la ricerca, la percentuale di piccole imprese che intrattengono delle relazioni con l'estero grazie all'utilizzo di strumenti digitali sarebbe di quattro volte superiore alla percentuale di aziende non digitalizzate. Inoltre, prosegue l'analisi, al crescere del livello di "maturità digitale" (ovvero, la conspapevolezza e la capacità di gestire gli strumenti informatici) sarebbe altresì cresciuta la percentuale di operatori che esportano, passando dal 55% delle imprese non digitali al 67% delle imprese digitali.

Per quanto concerne i riflessi sul fatturato, elemento commerciale di maggior rilievo analitico, Doxa afferma come le imprese digitalmente avanzate dichiarino come il 24% del fatturato che deriva dall'export sia realizzato proprio mediante il canale digitale. Non solo: sempre secondo quanto suggerisce l'osservazione di Doxa Digitale, al crescere del livello di "maturità" digitale crescerebbe anche la propensione a esportare. Le imprese non digitali che esportano si fermano infatti al 74% dei casi, contro l'87% delle imprese digitalizzate. A conclusione delle principali statistiche, si noti come la percentuale del fatturato che deriva dall'export, che è stata realizzata mediante il solo e-commerce, sia pari al 39%. Alla luce dei dati che precedono, appare molto evidente quale sia l'importanza del commercio elettronico per le aziende che esportano.

L'e-commerce rappresenta, in altri termini, un canale di promozione davvero indispensabile per tutte le imprese che desiderano raggiungere in tempi rapidi, e a costi competitivi, i mercati di destinazione dei propri prodotti. Per tale motivo alcune aziende leader nei servizi innovativi per l'export sono sempre a disposizione per cercare di studiare la migliore strategia di promozione internazionale, rendendo l'e-commerce parte integrante di qualsiasi business plan.